CRITICA. LA RUPE TARPEA.

“Antilibro, anagramma di Labirinto, è un percorso incruento di punti colorati che guida Teseo a trasformare il Minotauro in un biciclo per poi inforcarlo”.
(Tommaso Meio, SAPERE E OLTRE)

“Un raggio di luce che esalta il senso della lettura diagonale e l’arte di entrare e uscire dai libri.”
(Arcibald Dooster, LO ZOCCOLO DI PEGASO)

“Dopo 1440, il tempo imparziale, quadro in cui i 1440 minuti di una giorno sono resi con altrettanti punti di colore, ecco nel dipinto di Sergio Bianco
un nuovo numero criptico: 1543”.
(Ugo Bartezzi, IL GALLO E L’ARCANO)

“Ringrazio Sergio Bianco che mi concede il privilegio ergonomico di commentare le sue opere sempre con le medesime 4 parole: Joyce è più facile”.
(Mariangela Ricci, LABORATORIO)

“Sergio Bianco incarna il mito dell’artigiano bifronte”.
(Serena Linari, INGEGNI)

“Un libro aperto rivela il mistero dell’umano essere, mentre un libro chiuso conserva il pudore di non svelarne la stupidità”.
(Amelio Teso, L’ECO DEL SILENZIO)

“E’ sorprendente scoprire come, fissando il punto N° 1440, simbolo dell’ultimo secondo di mezzanotte, appaia distintamente la figura
di una lanosa pecora colta nell’atto di saltare lo steccato”
(Gastone Punzigli, CRIPTICARS)

“Cito ad esempio Rubens Rimacchi, il celebre maestro esperto in falsi d’autore che ha dichiarato che imitare
un quadro di Sergio Bianco non è impossibile: è inutile”.
(Eva De Adamis, COPIA COME ABBONDANZA)